Ogni cane analizza l'ambiente in cui è immerso filtrando le informazioni che riceve attraverso le sue doti naturali.
Le doti naturali del cane sono principalmente la docilità, la socialità, la socievolezza, l'aggressività, la combattività, la curiosità, la tempra, il temperamento, l'arousal, la vigilanza, la possessività.Queste doti endogene, quindi indipendenti dalle esperienze esterne vissute dal cane, delineano di fatto la personalità che è unica ed irripetibile per ogni soggetto
Le doti naturali possono essere valutate ognuna su una scala di tre gradini (alto, medio, basso), e la loro valutazione, insieme ad altri elementi unici e soggettivi, danno al valutatore esperto una fotografia nitida di quello che sia il carattere del cane che si trovano di fronte, aprendo la strada all'individuazione delle motivazioni che lo muovono e del tipo di apprendimento a lui congeniale e per lui efficace.
L'analisi delle doti naturali di un soggetto sono, a mio avviso, il primo mattone su cui costruire la comprensione unica del cane, caso per caso.
Il fatto che queste caratteristiche, assieme ad altre che si vedranno in seguito, possano trovarsi combinate in infiniti modi a seconda della loro posizione sulla scala graduata scelta per valutarne l'intensità e la presenza, intuitivamente fa già capire come non sia possibile attuare lo stesso metodo per ogni soggetto sottoposto alla nostra valutazione.
Uniformare delle soggettività così difformi porta inevitabilmente alla non comprensione di sfaccettature che, nella migliore delle ipotesi, si esprimono come "rifiuto di fare"; nella peggiore però possono portare ad eccessi di risposte distruttive od autolesioniste, catalogate come problemi comportamentali ma di fatto indotte da una malagestione e carenza di comprensione.
Le doti naturali non sono le stesse nella stessa razza, né nella stessa cucciolata, quindi le differenze caratteriali tra "il cane che avevo prima" o "gli altri fratelli/sorelle" non dipendono per forza da esperienze traumatiche ipoteticamente vissute o dall'allevatore.
Semplicemente uno stimolo a cui è stata sottoposta tutta la cucciolata non è stato recepito allo stesso modo da tutti i soggetti.
Per fare un esempio:
se pulendo la zona cuccioli con una scopa la stessa cadesse e facesse rumore, questo non necessariamente diventerebbe uno stimolo negativo per loro.
Ma può diventarlo per uno di loro.
Il cucciolo che ha tempra bassa, può subire quello stimolo e non riuscire in tempi brevi a superarlo.
Il risultato è che il nuovo proprietario, vedendo gli atteggiamenti e le risposte del cucciolo alla presenza di una scopa, arriverà alla conclusione che "è stato picchiato", cosa non necessariamente vera.
Compito del valutatore sarà individuare lo stimolo avversativo ed applicare il canale di apprendimento più consono al soggetto per fargli fare pace con lo stesso!
Foto da web |
Questo non vuol dire che a quel soggetto si va ad alzare la tempra, quella caratteristica resterà bassa, ma si potrà fornirgli degli strumenti che lo supportino in caso si presenti un altra situazione per lui negativa.
Questo, in breve, è il primo lavoro che a mio avviso va fatto sul cane.
Individuare quindi la sua singolarità per poi scegliere il suo miglior canale di apprendimento (mimesi, sociale, associato, abituazione, condizionato, ecc...) ed, in base alle sue caratteristiche, dargli gli strumenti necessari ad adeguarsi ad un mondo che, ricordiamoci, è il nostro.
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