Spesso, nel corso di una convivenza con uno o più cani, scatta nel proprietario medio la decisione di introdurre un nuovo elemento nel gruppo. Pur se le motivazioni possono essere encomiabili, come ad esempio tirar fuori un cane da un canile, le leggende anche qui rischiano di fare grossi danni se non scremate dal buonsenso. Vediamo degli esempi di NO: NO: non è vero che dove mangia uno mangiano due (o più). Il cane ha dei bisogni complessi soprattutto per chi vive normalmente tra casa, lavoro, famiglia. "Non di solo pane vive l'uomo" e neppure il cane, che ha bisogno di uscire regolarmente ( anche se avete il giardino), di cure mediche, di esplorare il mondo umano e canino esterno al suo gruppo sociale, di presenza non solo fisica, di attività con il proprietario ecc... NO: il cane che arriva per ultimo non rispetterà automaticamente gli altri elementi perché "c'erano prima". E non glielo dobbi...
Ogni cane analizza l'ambiente in cui è immerso filtrando le informazioni che riceve attraverso le sue doti naturali. Le doti naturali del cane sono principalmente la docilità, la socialità, la socievolezza, l'aggressività, la combattività, la curiosità, la tempra, il temperamento, l'arousal, la vigilanza, la possessività. Queste doti endogene, quindi indipendenti dalle esperienze esterne vissute dal cane, delineano di fatto la personalità che è unica ed irripetibile per ogni soggetto Le doti naturali possono essere valutate ognuna su una scala di tre gradini (alto, medio, basso), e la loro valutazione, insieme ad altri elementi unici e soggettivi, danno al valutatore esperto una fotografia nitida di quello che sia il carattere del cane che si trovano di fronte, aprendo la strada all'individuazione delle motivazioni che lo muovono e del tipo di apprendimento a lui congeniale e per lui efficace. L'analisi delle doti naturali di un soggetto sono, a mio avviso, il pri...